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05.04.2022
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Scopri le lingue più antiche del mondo e quali lingue stanno morendo in Italia.

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Quante lingue si parlano nel mondo? Difficile dirlo con esattezza, perché le lingue nascono, si modificano e muoiono continuamente. Secondo gli esperti, sarebbero oltre 6.000 le lingue parlate oggi. La lingua più parlata al mondo resta l’inglese, con 1,5 miliardi di persone. Ecco perché continuano a essere importanti i corsi di inglese per bambini, per prepararsi al mondo di domani. Seguono il Cinese mandarino e l’hindi. Alcune lingue antiche sono ancora parlate da milioni di persone, altre invece rischiano di scomparire. Vediamo quali sono le lingue più antiche del mondo e quali lingue stanno morendo in Italia.

Le lingue più antiche al mondo

Vediamo quali sono le lingue più antiche del mondo parlate ancora oggi:

Il Greco è la lingua più antica ancora parlata tra le lingue indoeuropee. La storia di questa lingua inizia oltre 3000 anni fa e oggi il greco è la lingua di 12 milioni di persone che vivono soprattutto in Grecia ma anche a Cipro e in Turchia. Un tempo nel Mediterraneo si parlava Greco come lingua franca, come oggi nel mondo si parla l’inglese. Esistono due lingue greche: katharevusa, la lingua colta e dimotikì, la lingua parlata. Nel 1976 la lingua dimotikì è diventata la lingua ufficiale dell’amministrazione e della scuola.

L‘Ebraico è una delle lingue più antiche del mondo (era usato già 3000 anni fa) e fa parte delle lingue semitiche insieme ad araboaramaico e altre. La lingua ebraica ha rischiato di estinguersi, a causa delle vicende del popolo ebraico e per alcuni secoli venne usato solo da studiosi e religiosi, un po’ come il latino di oggi. Con la creazione dello Stato di Israele, però, nel 1948 l’ebraico divenne la lingua ufficiale del Paese insieme all’arabo e tornò ad essere una lingua viva. Oggi è parlato da oltre 9.000 di persone in tutto il mondo. Si scrive da destra a sinistra e tutte le lettere indicano consonanti, come l’arabo.

Tra le lingue più antiche del mondo c’è anche il Tamil, le cui prime testimonianze scritte risalgono al V secolo a.C. La lingua Tamil è parlata da circa 80 milioni di persone e appartiene alla famiglia delle lingue dravidiche, che raggruppa oltre 80 lingue diffuse soprattutto in India, Sri Lanka, Pakistan, Nepal e Bangladesh. La caratteristica della lingua Tamil è la presenza di una diglossia: la compresenza di due lingue di cui una usata per i testi scritti e più formale e l’altra usata per la comunicazione orale.

Anche il Cinese è una delle lingue più antiche ancora parlate:le prime testimonianze di caratteri cinesi risalgono a 3000 anni fa. Il cinese comprende molte varianti regionali che sono considerate vere e proprie lingue separate, così diverse che i parlanti di diverse varianti non si capiscono. Il mandarino è la variante più diffusa. Il cinese è caratterizzato dai toni che indicano differenze di significato tra parole o sillabe identiche. Esempio tipico la sillaba “ma“, che può significare “mamma” “canapa” “cavallo” o “insultare”, a seconda del tono.

Parlato da 420 milioni di persone e lingua ufficiale di 24 paesi, l’Arabo è la quinta lingua più parlata al mondo e una delle lingue più antiche. Come l’ebraico, si scrive da destra a sinistra e le lettere dell’alfabeto indicano solo consonanti.

Euskara (o lingua basca), non appartiene a nessun’altra famiglia linguistica conosciuta ed è parlata da oltre 700.000 persone in alcune parti della Spagna e della Francia. Resta l’unica lingua ancora parlata tra le lingue usate nell’Europa sud-occidentale prima della romanizzazione nel II secolo a.C

La lingua Nahuatl è l’antica lingua degli Aztechi, parlata ancora oggi in alcune zone del Messico centrale da circa due milioni di persone ma a rischio di estinzione perché non più insegnata a scuola. Molte parole inglesi – tomato e avocado per esempio – derivano dal Nahuatl.

Perchè alcune lingue muoiono

Si stima che circa il 40% delle lingue esistenti rischiano di scomparire. Al di sotto dei 100.000 parlanti, una lingua è a rischio di estinzione. Come muoiono le lingue? A volte per cause esterne: per esempio in situazioni di dominio politico l’uso delle lingue regionali o legate a un’etnia viene vietato o scoraggiato. Ma le lingue muoiono anche per cause interne, quando le persone bilingui smettono di usare una lingua. Un esempio tipico sono i dialetti regionali italiani che vengono usati sempre meno in favore dell’Italiano. In Italia rischiano infatti di scomparire lo slavomolisano, l’Arbëreshë parlato in alcune zone della Calabria, il sardo campidanese e molti altri dialetti. Nel Regno Unito la lingua cornica (lingua celtica parlata in Cornovaglia) e l’Irlandese sono a rischio, perché soppiantate dall’inglese.

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